Sei così bella, ancora più bella di quanto ricordassi. Sono passati quattro anni dall’ultima volta che ci siamo viste, quanto tempo. Non per te. Per me. Per te è stato un attimo, o meglio, qualcosa di più forse. A me sembra quasi essere passata una vita intera, da quante sono le cose accadute nel frattempo. Te ne stai lì, come un tempo, fiera, arcaica, imperturbabile.
Dopo tutto questo tempo il tuo splendore è aumentato. Sai che sono stata io quella che ti ha ridato la vita? O la cosa non ti interessa? Mi sembri più grande, più matura di un tempo.
Ma quali pensieri sto a farmi? Tu hai duecento anni, o perlomeno le tue fondamenta e quello che ho potuto tralasciare nella restaurazione ne hanno duecento.
Il tuo giardino è cresciuto, lui non lo ha curato, non c’era quasi mai. Laddove la natura poteva ha riconquistato il suo territorio. Qua e là qualcosa cigola e un po’ di intonaco si sbriciola di nuovo, ma tutto ciò non fa che aumentare il tuo fascino.
Allora ti avevamo comprato per via del panorama. La tua sistemazione su di una collina proponeva una visuale mozzafiato. Sedere in quella terrazza e guardare verso le colline, lontano, fin verso i contorni dell’Appennino è così bello che mi vengono quasi le lacrime. Su di te ho conseguito il termine dei miei studi, poiché tu eri per me, per noi, un “per sempre”, così disse lui un giorno, e io ci avevo creduto. Qui mi sono vista crescere, i bambini giocare, essere felice. Via dagli obblighi, dalle costrizioni, dall’influenza della famiglia. Ero pronta nel rinunciare a tutto questo.
Quasi per due anni ha cercato di convincermi a tornare qui. Tornare ai ricordi e ritrovare le vecchie emozioni.
Non lo so neppure adesso se era stata una buona idea o no. Fa ancora male la rottura di allora con la famiglia. Come allora, ricomincio a ribellarmi. E come allora, me ne sto seduta ore e ore in terrazza e guardo verso le colline, lontano, fin verso i contorni dell’Appennino.
– altrettanto pubblicato a turismo Emilia Romagna
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